Mollare il pettorale e tirare la braca
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L’autore ha vissuto in prima persona, quale Veterinario della Brigata Alpina Taurinense, il momento in cui l’Esercito ha deciso di non utilizzare più i muli e questa è stata per lui un’esperienza piuttosto triste, perciò ha deciso di ricordare questo generoso animale nel libro Mollare il pettorale e tirare la braca .
Per comprendere questo titolo è necessario sapere che il cuscino del basto, cioè la parte centrale su cui poggia il carico trasportato dal mulo è fissato sulla sua groppa sia dal sottopancia, cioè dalla cinghia che viene passata lungo il torace, sia da altri due finimenti di cuoio: il pettorale e la braca che passa a livello dei glutei ed è provvista di portacoda. In tal modo il basto risulta fissato stabilmente sulla groppa del mulo e ciò evita che l’andatura possa provocare delle frizioni sulla cute che causano fiaccature.
Mollare il pettorale e contemporaneamente tirare la braca significa fare in modo che il basto, durante una discesa, non scivoli verso la base del collo del quadrupede rendendo difficoltoso il movimento e mantenendo il carico nella sua corretta posizione.
Mollare il pettorale e tirare la braca era quindi l’ordine che veniva impartito ai conducenti quando il mulo con il suo carico iniziava una discesa, scollinando verso valle.
Per l’autore il congedo dei muli dalle truppe di montagna rappresenta la fine di un’epopea fatta di scavalcamenti, neve, ghiaccio, sole accecante e, soprattutto, fatica.
Tutte cose vissute e condivise tra il mulo e l’uomo, che fosse un soldato o un margaro: poco importa.
In questo libro viene descritto ogni aspetto della vita di questo quadrupede con le stellette, dall’addestramento sino al suo definitivo pensionamento dall’Esercito, vissuto non senza amarezza da parte di coloro che gli sono stati accanto in mille avventure.
di Piervittorio Stefanone
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